L’ambiente agrario trasformato in età contemporanea e le nuove forme di costruzione di un paesaggio a prati e boschi umidi. L’escursione ci permetterà di affrontare il tema dei guadi che permettevano ai pastori locali di fruire delle risorse erbacee sui due lati del fiume.​

Il punto di ritrovo è presso l’azienda il Guado, a Cordenons, il 29 Ottobre 2023 alle ore 09:30

 

Invia la richiesta di prenotazione a: info@magredierisorgivefvg.eu
oppure chiama: +39 340 8645094 (Moreno)

L’iscrizione all’escursione solleva gli organizzatori da ogni responsabilità derivante dalla partecipazione all’iniziativa per eventuali incidenti o infortuni

Tempo di percorrenza: 6 ore (escluso il pranzo)
Numero massimo di partecipanti: 45 persone
Pranzo: pranzo al sacco

Un inquadramento geografico

L’escursione permetterà di leggere l’ambiente della zona umida che si pone tra le grave del Meduna e i ripiani alti di Cordenons. Un ambiente di risorgive del Meduna del tutto unico per questo corso d’acqua. Come mostra bene la mappa sottostante del 1829 quest’area si interponeva tra la fine dei magredi e i terreni coltivati dei borghi di Cordenons. In questa grande zona umida segnata in verde non c’erano luoghi abitati permanentemente perché l’acqua era troppa e i terreni erano pesanti e difficili da arare. Questa grande fascia verde e umida oggi è in parte riconosciuta dall’Unione Europea che ha identificato quest’area naturalistica come ZSC IT3310010 Risorgive del Vinchiaruzzo includendola anche all’interno della ZPS IT3311001 Magredi di Pordenone.
L’escursione vuole costruire un transetto che dagli ultimi terrazzi di Cordenons ci conduca verso le zone umide del Vinchiaruzzo per poi raggiungere il letto della Meduna e rientrare poi lungo la strada del guado inferiore che collegava storicamente Cordenons con Murlis. Il guado principale passava più alto perché era più facile che non fosse interessato da filoni d’acqua, ed era più sicuro per le carrozze. Quello inferiore invece, aveva una funzione locale un poco come oggi.

Il Guado: curare la società

La visita inizierà presso una particolare azienda agricola: Il Guado. Una struttura gestita da una storica cooperativa di tradizione postbasagliana: La Cooperativa Noncello fondata nel 1981 su iniziativa del Centro di Salute Mentale della Provincia di Pordenone. Ancora oggi questo spazio vuole svolgere le originarie funzioni di inserimento lavorativo.
Negli anni il Guado si è strutturato e ampliato svolgendo più attività. La fattoria, la produzione di fiori, l’orto sociale e l’abitare sono stati gli assi principali di questa esperienza che oggi sta tentando di rigenerarsi. Coglieremo l’occasione per sentire dalla loro voce il carattere di questa esperienza. Con l’occasione potremo buttare l’occhio anche sulle importanti iniziative dell’Associazione Modo che è ospitata all’interno del recinto e lavora invece sul tema degli animali e della loro protezione usandoli anche per i più piccoli.
Questo luogo sarà il nostro punto di partenza e di arrivo.
https://www.ilguado.org/

I boschi umidi dell’Associazione Naturalistica Cordenonese

L’associazione degli amici naturalisti di Cordenons da anni si impegna per conoscere e proteggere la zona dei magredi e delle risorgive. Da molti anni stanno portando avanti iniziative di acquisto e cura delle aree umide poste nel Sito di Interesse Comunitario.

Come si può vedere nella carta che segue i boschi in qualche modo curati dall’associazione sono molti: Bosconuovo di 20.000 mq piantato nel 2014 piantando centinaia di alberi nel tentativo di ricostruire il paesaggio del bosco umido. Molto vicino c’è la boschetta del Royal, dal fiume di risorgive che la attraversa (il Rio Royal), acquistata da ANC nel 2017. La boschetta Rissulons, Il nome in dialetto significa “risorgiva”. Il bosco di Eleonora gestito solo dal 2019 misura 5.600 mq. L’associazione gestisce anche le superfici boscate (circa 130.000 mq) di BioforestONLUS. Qui è stata predisposta una stazione di studi ornitologici e l’associazione provvedere agli sfalci, a favorire la vita degli anfibi e a creare le condizioni adatte per il ritorno dell’aIbanella minore. Un altro recente progetto si chiama Heram biente ed è regolato da una convenzione del 2019 fra l’azienda Hera e la Regione prevedendo l’acquisto e il ripristino naturalistico di un’area di 140.000 mq. Qui i naturalisti di Cordenons vogliono creare un’area di prati alternata a macchie di bosco. Altri 30.000 mq di terreni provengono poi dalla cessione in forma di comodato di terreni privati all’associazione.

Come potete vedere negli ultimi dieci anni si sta formando un patrimonio naturalistico gestito dal volontariato e questo è davvero un caso esemplare. La visita ai luoghi la faremo accompagnati da uno dei fondatori dell’associazione, Mauro Caldana. L’associazione è partner del progetto del PSR.

La Meduna: Dove il letto si stringe

L’ambiente originario della zona delle risorgive fino al ‘700 era per lo più mantenuto a prati per sfruttare al massimo la potenzialità di aree che potevano essere falciate anche cinque volte all’anno per la raccolta del fieno. La mappa del 1805 ci mostra l’area caratterizzata da una predominanza di verde chiaro (prati umidi) e verde scuro (boschetti). Oltre a questo c’erano ancora ben evidenti due letti minori della Meduna ancora caratterizzati da trasporto solido. Questi alvei minori probabilmente venivano percorsi dall’acqua solo in occasione di piene. Tutto questo territorio era di fatto un alveo attivo e le acque della montagna potevano sommarsi a quelle delle risorgive rendendo davvero difficili le attività di coltivazione. I boschetti come si può vedere erano per lo più longitudinali alle linee delle acque e servivano per contenere le erosioni o mitigare i depositi di ghiaia.

Questi boschetti avevano nomi eloquenti: Bosco del Boscato, Bosco della Fontana, Bosco del Campejo, Bosco Bar del Mur, Bosco della Confinuzza, ecc. I condotti marroni erano invece detti Grave. Gli edifici agricoli erano pochissimi e permettevano di ospitare animali da impegnare nel pascolo. La Teza di Galvani stava dove ora c’è il Guado. A sud ovest c’erano la Teza di Dorigo e quella di Romitino, davvero poca cosa.

Proprio di fronte a Murlis il Meduna si stringeva e l’acqua si faceva più evidente anche nelle styagioni più aride. Osserveremo i piccoli rii di risorgiva entrare le letto ghiaioso del fiume cercando di leggere questo passaggio epocale della trasformazione del paesaggio tra un periodo storico segnato dai prati e dalla falce e quello del futuro che sarà sempre più ricco di boschi.

Il guado di Murlis

Per raggiungere Murlis i guadi erano sostanzialmente due, quello alto e quello basso, ed erano utilizzati entrambi a seconda della quantità delle acque. Quello del Venchiaruzzo era attraversato dalla strada postale che collegava Cordenons con Valvasone.
Il rapporto tra il villaggio è l’acqua alpina fu sempre difficile a causa della pendenza e della capacità erosiva del Meduna che tendeva ad esondare. Per impedire che l’acqua e le ghiaie entrassero nelle praterie più basse dell’alveo la popolazione coltivava un bosco di salici (venchiar in friulano) chiamato anche pomposamente il bosco di Murlis.
Ad oggi il guado superiore è ancora attivo e oggetto di manutenzioni, mentre quello inferiore può essere attraversato solo in alcune stagioni in un ambiente suggestivo e naturale, continuamente trasformato dalla forza delle acque.

L’escursione finirà percorrendo una strada che sostanzialmente ripercorre il vecchio percorso del guado basso così come lo vediamo descritto nella tavoletta dell’Istituto Geografico Militare del 1891. Una deviazione permetteva di raggiungere anche il Guado di Zoppola che comunque cercheremo di identificare durante la camminata. La carta comunque pone il fenomeno delle risorgenze come Sorgenti del Meduna. I corsi d’acqua minori identificati con un nome erano il R. Venchiaruzzo e il Torrente Roial.
L’escursione finirà alle 16,00 rientrando al parcheggio del Guado.